Economia ed Altro
Indice
15. Salario minimo ostacolo alle nuove assunzioni? Non con adeguati incentivi
14. Abbattere l'Inflazione con l'Estensione Illimitata dei "Saldi"
13. Il PNRR é obsoleto - L'Euro come leva fondamentale
12. Chi consiglia le linee economiche? - Una nuova proposta di stimolo
11. Gi investimenti pubblici sono nella direzione e misura giusta?
10. Incentivare le assunzioni in un periodo di totale incertezza!?? Ecco come
9. La nona sinfonia: la nuova legge bancaria e perché - 14/10/2020
8. Il counter effect del taglio delle imposte in epoca Covid
7. Come affrontare senza ricorso al debito la crisi economica per l'emergenza coronavirus - 18/04/2020
6. Perchè si è sempre ricchi e sempre più poveri?
5. L'epidemia del Coronavirus è un assist macroeconomico per l'Italia!?
4. L'Italia e solo l'Italia dovrebbe essere un Paese Trump-Style? - Le vere cause e la soluzione della crisi economica italiana - June 24th, 2019 -
3. L'eliminazione del contante come soluzione prioritaria!!??
2. Moneta complementare all'Euro: l'ideazione
1. TFR mensile in busta paga: l'origine
15. Salario minimo ostacolo alle nuove assunzioni? Non con adeguati incentivi
12/08/2023
Questo articolo prende spunto dal contrasto attuale tra chi propone il Salario Minimo per legge e chi invece lo considera un ostacolo alla crescita e ad eventuali assunzioni.
La soluzione chesi leggerà ricalca quanto anticipato all'articolo 10 che questa volta viene proposto per intero, vista la consapevolezza dell'autore riguardo alle prospettive sempre peggiori di un'economia italiana aggravate da fattori esogeni nuovi, imprevedibili e gravi come guerra, inflazione glaloppante, crescita esponenziale dei tassi di interesse e difficoltà di diversa natura nelle formiture.
Il testo dell'articolo propone un'introduzione tipica del tempo (Giugno 2021) in cui è stato scritto, cioè prendendo spunto dalla questione degli sgravi contributivi di cui si discuteva allora ma la soluzione, come molla per le assunzioni e quindi anche come contraltare all'effetto temuto scaturente dalla statuizione di un soglia minima di salario per legge, resta più che valida.
Buona lettura.
Articol0 10: - Incentivare le assunzioni in un periodo di totale incertezza!?? Ecco come
Tra l'altro, detto ciò, qualsiasi agevolazione concessa anche con il bene placet degli imprenditori molte volte non tiene conto della scala gerarchica interna a ciascuna azienda che viene interessata quando si inizia una procedura di assunzione e di alcune delle "molle" che assumono rilievo a tal proposito.
Si tratta del raggiungimento degli obiettivi di Business Unit nella massima economicità in caso di valutazione delle performance delle stesse unità di business e dei rispettivi manager in base ad indicatori economico-finanziari relativi, che sono la base dei bonus che verrebbero erogati.
Avendo detto ciò, emerge vistosamente come nell'elaborare politiche governative che stimolino concretamente l'occupazione non si può prescindere, oltre che dalla reale situazione prospettica che viene percepita dalle imprese, anche dai meccanismi decisionali interni alle stesse organizzazioni.
SOLUZIONE
Meccanismo di primo "livello"
Lo "stato" per stimolare le assunzione fissa un aumento soglia per unità lavorativa dell'Utile Operativo (reddito dell'attività caratteristica dell'azienda) nel periodo successivo all'assunzione del nuovo personale, stimolata mediante sgravio contributivo se prevista, rispetto al periodo precedente a quello della stessa assunzione.
Se invece è al di sotto, scatterà un rimborso proporzionale del costo del lavoro sostenuto nel periodo successivo all'assunzione per ogni nuovo assunto.
Motivo per cui, per uniformità e per il valore legale che ha il Bilancio aziendale regolarmente approvato dagli organi interni, si potrebbe fare riferimento alla differenza esistente nello schema di Conto Economico del codice Civile tra la categoria“Valore della Produzione" e quella "Costo della Produzione”, che però si deve sottolineare ha una significanza leggermente diversa.
Un ulteriore consiglio è necessario.
Immaginiamo ora di riferirci nel nostro esempio alla Differenza tra Valore e Costo della Produzione (d'ora in poi DVC) e che essa per un'azienda assuma i seguenti valori:
DVC n-1 (periodo precedente all'assunzione) per
lavoratore = € 12.0000
DVC n+1 (periodo successivo all'assunzione) per
lavoratore = € 20.000
Scatterà pertanto il rimborso proporzionale (20%) del costo del lavoro sostenuto nel perido successivo all'assunzione (n+1) per ogni nuovo assunto.
Meccanismo di 2° livello (assunzioni a valore)
14. Abbattere l'Inflazione con l'Estensione Illimitata dei "Saldi"
03/03/2023
I prezzi nel carrello della spesa in Italia sono aumentati a Febbraio del 13% nonostante la politica superaggressiva della Banca Centrale Europea sui tassi di interesse!!!!
Questo è la riprova, come più volte affermato nei recenti articoli di pagina Exceptional Publications nella versione inglese di questo sito - Exceptional Publications | The Strategic Controller, che l'inflazione non è da domanda ma dal lato dell'offerta.
E non concerne solamente i prezzi dei prodotti energetici, quali petrolio e gas, da due mesi in ribasso ma anche la speculazione che si è insinuata in diversi anelli delle Supply Chain; il tutto si ripercuote sul prezzo dei beni al consumatore finale e che incide alla lunga anche sul prezzo dei servizi.
Allora quali soluzioni proporre!?
Le più gettonate ascoltate in Italia da qualche economista e/o politico sono incentrate sull'aumento del potere di acquisto dei consumatori aumentando gli stipendi con meccanismi di diversa natura e lasciando inalterata la politica restrittiva della BCE.
Io mio chiedo se coloro che propongono queste misure ragionino prima ancora se abbiano qualche titolo (copmpetenza, esperienza) che li leggittima ad avere un'audience generale abbastanza vasta come anche un'audience del settore!
Mi spiego meglio.
La BCE persevera in questa folle corsa all'innalzamento dei tassi di interesse al fine ultimo di comprimere la domanda di beni e servizi e in qualche modo portare il tasso di inflazione a livelli più consoni (l'obiettivo del 2% oramai è da ritenersi una mera utopia).
Allora come si può concordare con questa linea e poi proporre un'aumento degli stipendi che sia legato o meno all'aumento della produttività che incrementerebbe invece la domanda!!?
O l'una o l'altra?
In particolare l'ancorare l'aumento degli stipendi alla produttività potrebbe essere un aiuto in casi di inflazione non galoppante, determinando un aumento dei prodotti sul mercato e quindi una diminuzione dei costi fissi riversati sulla singola unità di prodotto e di conseguenza dei prezzi, ma non nel contesto attuale e con la composizione della forza lavoro italiana.
La sua struttura non lo consentirebbe in quanto la "manodopera" nella stragrande maggioranza delle imprese italiane è un costo fisso anch'esso e aumentando gli stipendi questi maggiori costi si riversebbero sulle singole unità di prodotto e quindi sui prezzi unitario.
Ergo effetto zero o quasi zero, a meno che non ci sia un aumento enorme della produttività (inverosimile al momento) tale che faccia maggiore il beneficio della ripartizione dei costi fissi su più prodotti rispetto allo stesso aumento di una categoria dei costi fissi (costo del lavoro).
Quindi siamo senza speranza e dobbiamo aspettare di esser così poveri che i prezzi diminuiramno per forza di cose!?
Macchè!?
Ecco la soluzione che thestrategiccontroller ha in serbo!
Liberalizzare i saldi commerciali nei punti vendita di tutti i settori merceologici tutto l'anno senza vincoli temporali e causali di applicazione!
Ciò comporterebbe una ripresa della domanda degli utenti finali che porterebbe maggiori introiti alle imprese, le quali pur vedendo ridotto il margine unitario avrebbero un incremento di quello totale grazie alle maggiori unità vendute.
Il vantaggio rispetto alle promozioni (che non avrebbero più senso) è che questo concernerebbe la totalità dei prodotti di moltissimi settori merceologici e si determinerebbe nel tempo una diminuzione e una stabilizzazione generale dei prezzi verso il basso.
Difatti si avrebbe una corsa al ribasso dei prezzi (o quanto meno ci sarebbe una stabilizzazione come accennato) da parte dei venditori che non avrebbero interesse ad aumentare di nuovo i prezzi visto che i concorrenti (tantissimi perchè non siamo in regime di oligopolio) catturerebbero i loro clienti.
Ma non solo!
Il contraltare del possibile aumento dei prezzi ai diversi anelli nelle varie filiere coinvolte, vista la maggiore richiesta di beni da vendere da parte delle imprese finali, sarebbe epurato in quanto il venditore finale potrebbe rivolgersi a sua volta ad un fornitore diverso che specula di meno.
In sostanza si avrebbe una corsa (o quantomento, di nuovo, una stabilizzazione verso il basso) alla diminuzione dei prezzi lungo tutta la filera del bene interessato, valendo il principio "minore margine unitario maggiore quello totale", e questo è ancora più vero quanto più il ribasso del costo dei beni energetici durerà.
Tutto questo impatterebbe nel medio termine naturalmente anche sui prezzi dei servizi.
Dulcis in fundo si avrebbe nel medio termine anche una migliorata qualità dei beni e servizi offerti in quanto si arriverà ad un punto in cui la competizione non potrà più farsi sui prezzi e si sposterà inesorabilmente in diverse misure sulla qualità dell'offerta e il numero di servizi addizionali anche nei segmenti di mercato in cui la strategia di differenziazione non è al momento determinante.
Tali vantaggi elencati si avranno superati anche gli inconvenienti soliti di chi pone in vendita rimanenze di beni "consumati o obsoleti" e di chi rialzerà il prezzo di partenza su cui applicare gli sconti. Il tempo correggerà queste eventuali distorsioni ancor di più se qualche meccanismo di controllo sarà approntato da chi di competenza.
Logica, conoscenza delle strutture economiche, conoscenza del comportamento dei soggetti economici interessati e ragionamento applicato alla realtà esistente.
Niente di più!
Carlo Attademo
13. Il PNRR é obsoleto - L'Euro come leva fondamentale
31/05/2022
Ad oggi tutti gli sforzi e le iniziative di politica economica del governo italiano volgono ad assecondare le condizioni dell'Unione Europea necessarie per l'erogazione dei fondi PNRR.
Qualcuno però dovrà domandarsi se gli effetti che si desidera ottenere con l'utilizzo di quei fondi possano essere quelli auspicati e preventivati al momento del suo concepimento visto che la pandemia COVID continua e divampa il conflitto tra Ucraina e Russia; conflitto che sta determinando effetti macroeconomici disastrosi.
Prima di sviluppare le riflessioni in maggiore dettaglio è utile sinteticamente ricordare la composizione del PNRR.
Per chi non lo sapesse Il PNRR si fonda su tre grandi priorità: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e inclusione sociale.
Il loro perseguimento si otterrebbe seguendo sei missioni: Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura; Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica; Infrastrutture per una Mobilità Sostenibile; Istruzione e Ricerca; Inclusione e Coesione; Salute.
In totale le missioni comprendono in totale 16 Componenti.
Per ogni Missione sono indicate le riforme funzionali ad una maggiore efficacia delle azioni da intraprendere.
Detto questo, ricordato che l'obiettivo è il rilancio dell'economia italiana ed europea, visto che tali programmi concernono tutti i Paesi Europei aderenti alla'Unione, e che la guerra in corso con le relative sanzioni ha determinato uno stravolgimento dei fattori da considerare come driver per la crescita economica, ne vien fuori che che il PNRR dovrebbe essere riformulato nella distribuzione degli stanziamenti di fondi verso un maggiore focus sul fattore energetico.
Scritto così non si comprende cosa intendo, motivo per cui una breve sintesi di quanto sta accadendo è necessaria.
Le sanzioni europee verso la Russia a causa dell'invasione dell'Ucraina hanno determinato un'innalzamento dei prezzi del gas e del petrolio di cui la Russia è un grande esportatore sui relativi mercati che si sono trasmessi sugli utenti, sia privati che industriali, in maniera pesante.
Di contro la Russia ha disposto il pagamento in Rubli (valuta russa) delle forniture di gas che ha determinato un aumento del valore del Rublo contro il Dollaro e in particolare dell'Euro.
Di qui la necessità di avere anche un Euro forte per ridurre il prezzo del gas e del petrolio che sarà ancora in ascesa alla luce dell'ulteriore sanzione prevista dalla UE che mira alla riduzione di una percentuale del 20% circa delle importazioni del petrolio dalla Russia; difatti, se la quantità di un prodotto sul mercato diminuisce il relativo prezzo aumenta.
Cosicchè avremo un ulteriore aumento dell'inflazione che per essere contenuta porterà inevitabilmente ad un rialzo dei tassi di interesse con tutto ciò che ne deriverà.
Cosa c'entra quindi la riformulazione del PNRR?
Viene in gioco nel momento in cui l'UE non dispone ulteriore grandi investimenti e relativi finanziamenti sulle fonti di energia rinnovabili.
Occorre quindi investire molto di più su quella "missione" e specifica componente e spostare i fondi già stanziati per altro secondo un modificato ordinato di priorità.
In ogni caso, nuovo piano di finanziamenti o riformulazione (se possibile) del PNRR, quest'ultimo così com'è è insufficiente a rilanciare l'Europa ed è pertanto obsoleto.
Si, è insufficiente perchè le priorità macroeconomiche sono cambiate drasticamente nella direzione dell'energia rinnovabile.
Perchè?
Con l'importazione del gas dalla Russia da ridurre via via è naturale cercare fonti alternative non solo per l'avvicendamento nell'approvvigionamento di energia (ricordiamo che il gas importato viene utilizzato per produrre anche energia elettrica) ma anche per un effetto indiretto di enorme importanza.
Ai fini di questo effetto non varrebbe la ricerca di altri fornitori di gas in luogo della Russia.
Di quale effetto stiamo parlando?
La diminuzione del prezzo del gas ottenibile per due vie.
La prima consiste nella minore richiesta di gas naturale che compenserebbe la limitata offerta dello stesso, ottenendo così una spinta verso il basso dei prezzi.
La seconda via che descriverò è più efficace della prima in termine di tempestività in quanto non occorrerebbe aspettare i tempi tecnici necessari per la progettazione e la realizzazione di grandi impianti di utilizzo di fonti rinnovabili di energia elettrica.
Immaginiamo che la UE annunci un ingente progetto di finanziamento per gli investimenti dei singoli Paesi aderenti in tali fonti di energia.
Quali sarebbero le reazioni dei mercati?
Un grande apprezzamento dell'Euro, che adesso è in sensibile calo, che determinerebbe l'acquisto in Rubli del gas e petrolio Russi più conveniente rispetto al trend in aumento attuale.
Questo inoltre determinrebbe una spinta al contenimento dell'inflazione con i vantaggi conseguenti diretti e indiretti che non sto a spiegare solo per riempire il testo di questo articolo.
In conclusione l'azione coordinata e massicia che abbracci complessivamente la UE e i suoi Paesi nella direzione descritta mitigherebbe di molto una crisi economica non più paventata ma attuale.
Senza una mente strategica l'Europa perderà la partita.
12. Chi consiglia le linee economiche? - Una nuova proposta di stimolo
15/02/2022
In questo periodo, Febbraio 2022, si ha notizia di contrasti sui rinnovi degli incentivi all'edilizia nell'ambito dei pacchetti di stimolo che il governo italiano vuole dare all'economia sempre più distrutta dell'Italia.
Infatti nonostante molti politici, spesso gli stessi promotori delle linee seguite fino ad oggi, decantino una crescita del 2021 rispetto al 2020 positiva, si fa finta (almeno spero per la considerazione di un normale intelletto di chi asserisce ciò) di non tener conto che il confronto è con un anno (il 2020) con un mese di lockdown e che quindi, seguendo un semplicistico criterio matematico, la crescita per essere considerata positiva avrebbe dovuto raggiungere almeno l'8,5% e non il 6,4%, com'è stata ad oggi stimata.
Ad ogni modo si continua a perseguire una linea parzialmente sbagliata ed in ogni caso avulsa dalla situazione e dalle esigenze reali di aziende e consumatori.
Peraltro, i miei dubbi sull'entità degli incentivi all'edilizia residenziale sono stati espressi nell'articolo 11 di questa pagina, che vi invito a leggere.
Spostando l'attenzione su nuove proposte, si fa spazio l'idea di favorire ancor di più in un modo o nell'altro la fabbricazione di autoveicoli elettrici che in un periodo diverso sarebbe un'ottima iniziativa ma in questo momento storico, considerata la naturale rigidità dei prezzi dei beni di qualunque settore merceologico a scendere una volta che sono saliti, di forte aumento del costo dell'energia elettrica (oltre a quello del gas) è un'altra proposta di poco conto.
Difatti, al di là degli obiettivi ambientali stabiliti come criteri per il ricevimento di elargizioni della UE, chi sarebbe quel consumatore in un Paese povero come l'Italia che, visto il prezzo alto di acquisto di una vettura elettrica, il menzionato imponente aumento del suo combustibile (energia elettrica) e i noti problemi nel rifornimento o meglio nella ricarica delle automobili, vorrebbe procedere all'accquisto di una macchina elettrica!?
La risposta è pochi, molto pochi.
Ancora una volta totale avulsione dal comportamento dei soggetti economici della collettività che si governa la cui considerazione invece è il principio base di qualsiasi teoria economica di successo e, per volare basso, di qualsiasi intervento di stimolo dell'economia.
E allora ci si domanda chi sono i consiglieri/consulenti economici del governo? Che livello di competenza, o anche di osservazione, hanno? Fino a che punto si vuole la vera crescita/ripresa del Paese?
Perchè parlo dei consiglieri e non dei ministri competenti?
Non che io sia affetto da una sorta della famigerata sindrome di Stoccolma, che mi porterebbe a giustificare i governanti e in particolare il Ministro dell'Economia e il Presidente del Consiglio, ma è cosa verificata che i "politici" siano distanti dalla conoscenza approfondita dell vita economica di una collettività e che si avvalgano di consulenti che di contro hanno i dati a disposizione che spiegano e servono da base per eventuali loro proposte.
Cosa triste quanto si vuole ma la storia insegna questo.
Detto questo arrivo all'introduzione di una proposta tanto reale quanto semplice che deriva dall'osservazione delle problematiche dell'imprese manifatturiere e commerciali, dai conseguenti disagi dei consumatori e dalla rilevazione dei fattori critici di successo di alcuni marchi vincenti.
Quanti, ad esempio, si sono trovati di fronte a ritardi nelle consegne di ordini già effettuati e pagati che hanno scoraggiato dal ripetere lo stesso acquisto!?
Quanti ancora di fronte ad un tempo previsto di consegna lungo hanno rinunciato allo stesso acquisto del bene!?
Quanti hanno chiesto ed ottenuto il rimborso di un ordine già pagato ma mai arrivato?
Problematiche ricorrenti, diffuse in tutti i settori merceologici e che concernono imprese di tutte le dimensioni e i consumatori finali, eppure nessuno che abbia colto che una possibile soluzione di esse costituirebbe un passo in più importante per la ripresa!!
E' fuor di dubbio che l'impatto negativo della Pandemia Covid sia stato importante ma che la questione sia strutturale è resa evidente dal fatto che chi era logisticamente organizzato in maniera solida ha avuto poche conseguenze negative, anzi ne ha beneficiato.
Di chi sto scrivendo? Beh, la risposta è semplice. Amazon!
Tale azienda è strutturata in maniera tale che il consumatore abbia il suo ordine consegnato in tempi brevi e questo è avvenuto anche in questi tempi "travagliati con il risultato che il cliente ritorna sempre da Amazon per nuovi acquisti.
E allora perchè non agevolare "logisticamente" tutti qui comparti produttivi che non possono transitare esclusivamente da siti generalisti di E-Commerce per ovvie ragioni legate alla natura del prodotto, alle specifiche negoziazioni, alla natura delle parti (azienda con azienda)?
Come?
Incentivare l'acquisto (e in caso anche la costruzione) o anche l'affitto di fabbricati commerciali destinati alla raccolta di prodotti e allo smistamento verso i punti di vendita diretta in modo tale che le imprese possano avere una tempistica di consegna più breve perchè più vicine ai loro consumatori e non avrebbero danni derivanti dalla perdita di clientela, anzi questi incentivi sarebbero un volano per l'incremento delle vendite.
In alcuni casi specifici ci potrebbe volere una modifica della politica di approvviggionamento (con un maggiore livello di scorte e dei nuovi fornitori), e nuovo personale ma sarebbero tutte spese a Valore, cioè produttive, che darebbero la concreta possibilità di non perdere più quanto perso avendo a disposizione pochi punti di raccolta e smistamento prodotti e tra l'altro consentirebbero di ampliare geograficamente i mercati o penetrarli maggiormente.
Insomma un'analisi costi-benefici, in considerazione degli incentivi menzionati (a cui se ne potrebbero aggiungere altri collegati come quelli relativi all'acquisto di veicoli commerciali) si sposterebbe notevolmente dalla parte dei benefici a favore dell'impresa.
Ma non finisce qui!
Anche l'edilizia "commerciale" nel caso di costruzione di tali capannoni verrebbe interessata con la connessa filiera produttiva.
Anche le imprese di logistica, sia di progettazione che di realizzazione, verrebbe interessata.
Anche l'industria di mezzi di handling verrebbe interessata.
Anche l'industria dei veicoli commerciali (grandi e piccoli) verrebbe interessata visto che le aziende si potrebbero dotare di una propria flotta specifica direttamente o anche servirsi delle apposite aziende di trasporto che dovrebbero aumentare la loro flotta e che da par loro aumenterebbero il loro giro di affari.
Infine i consumatori sarebbero maggiormente soddisfatti e non ci sarebbe il rischio di perdere i loro futuri potenziali acquisti.
In due parole: crescita economica.
Per di più, a differenza degli incentivi "statici" all'edilizia residenziale che hanno una fine nella creazione del valore e del reddito nel momento in cui si completa l'opera finanziata, gli stimoli proposti genererebbero un maggiore innalzamento delle opportunità di produzione di ricchezza perchè volte direttamente alla continuità delle attività delle imprese nel tempo.
E allora, premesso che qualsiasi incentivo sarebbe più efficace in un quadro macroeconomico diverso su cui ho argomentato negli articoli precedenti, visto che non mi sembra di avere scoperto la Teoria della Relatività, le domande rimangono sempre la stesse.
Chi sono i consulenti economici del governo?
Qual'è il loro livello di interesse reale per la crescita?
Come vengono selezionati?
Sono liberi da conflitti di interesse?
Che capacità propositiva e di problem solving hanno?
Sanno proporre solo l'ovvio e le vecchie ricette?
Sono solo dei contabili di dati e nient'altro?
Chi li sceglie ha solo necessità di nomi di facciata ma in realtà decide egli stesso le linee economiche in base a personali criteri?
Infine l'asserzione più importante.
Fintanto che il principio del merito nella scelta dei propri consiglieri (come di altro) non verrà adottato, a prescindere da qualsiasi appartenenza politica o storia degli stessi, il Belpaese sarà destinato al "Medioevo" per un lungo periodo anche in considerazione del fatto che viviamo in un'economia globale, veloce e sempre più interconnnesa e che gli altri Paesi non staranno fermi al palo ad aspettare che l'Italia recuperi ma andranno avanti e il gap aumenterà sempre.